Secondo itinerario ambientale
Categoria
Itinerari naturalisticiPaesaggio naturale
Di colori bruciati – il rosso, gli ocra e i verdi cupi venati di giallo – risalta lo sfondo omogeneo, quasi dorato, di molte zone collinari e di campagna, in contrasto col grigiore opaco dei calcari ed il biancore assoluto, sfavillante, delle masserie e dei paesi arroccati su pendici assolate o sui punti più alti e, per questo, più facilmente difendibili. In lontananza è sempre più forte il richiamo del mare che spesso si intravede coi suoi blu smaltati.
La sensazione che si avverte nel vagabondare tra le gravine della Murgia boscosa (il cui nome vuol dire proprio pietra, roccia) è quella di sprofondare nel passato, in uno scenario quasi irreale. Il paesaggio richiama echi di ere remote: tra le grotte che smozzicano i rilievi, tra i colori ed i profumi forti di una vegetazione fittissima ed ancora intatta, si svolgeva la vita quotidiana. Non è trascorso molto tempo da quando, alla fine del secolo scorso, le grotte rupestri, organizzate in veri e propri villaggi trogloditici, sono state abbandonate dai loro ultimi inquilini.
L'asprezza di questo territorio dichiara apertamente che lavorare è fatica, ma anche tenacia ed orgoglio nei risultati. Nonostante la scarsità delle risorse idriche, tipica della regione e definita dal poeta latino Orazio Abulia siticulosa , Puglia assetata, la provincia ha una marcata tradizione agricola, costruita da mani sapienti ed opere irrigue che hanno reso fertili e variamente coltivate le pianure che digradano sino al mare.
La natura calcarea del suolo, popolato da suggestive grotte sotterranee ricamate di concrezioni secolari, assorbe in profondità le piogge – intense ma concentrate in brevi periodi dell'anno – e produce fenomeni di erosione che da millenni solcano il terreno di gravine, lame, doline e grotte, animando uno scenario solo apparentemente immobile.
Anche le corti chiuse ed autosufficienti di antiche masserie imponenti e solitarie (non prive di pregi artistici) sono ben attrezzate per fronteggiare la durezza del lavoro nei campi e negli allevamenti. Tipiche architetture spontanee della zona sono i trulli , originali costruzioni a cono con pareti bianche e coperture in pietra grigia. Di probabile origine micenea, i trulli sono diffusi soprattutto nelle campagne e nella Valle d'Itria di Martina Franca . Databili tra i secc. XV – XIX, tali architetture spontanee sono numerose nel territorio di Crispiano (detto, appunto, "delle Cento Masserie", di Statte , Montemesola , Massafra , Mottola , Martina Franca , Palagianello , Castellaneta , Laterza e Ginosa , paesi in cui è maggiore la concentrazione di affascinanti insediamenti rupestri.
Le sobrie ed accoglienti masserie "San Domenico" e "La Mortella" a Crispiano, "Il Ponticello" a Mottola, o "Il Vignaletto" a Martina Franca, ad esempio, sono ospitali aziende agrituristiche, in cui è possibile gustare direttamente i prodotti tipici della terra. L'aria frizzante della zona, la vicinanza a centri ricchi di monumenti storici ed i rapidi cambiamenti di paesaggio – il mare è sempre alla portata – rendono possibili, in tutta la provincia ionica, infiniti itinerari turistici.
L'intreccio tra arte, storia, tradizioni ed ambiente raramente viene preso in considerazione dal turista convenzionale e non compare tra i circuiti vacanzieri più noti. Ma, forse, anche questo è uno dei suoi punti di forza.