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Emergenza infortuni sul lavoro, Florido convoca i sindacati

L'incontro ai primi giorni di settembre per decidere le iniziative da intraprendere. Intanto il capo dell'Amministrazione invita Fim, Fiom e Uilm a riconsiderare la loro decisione di tirarsi fuori dal tavolo sulla sicurezza

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"Nei primi giorni di settembre incontrerò i sindacati per fare un'analisi dettagliata della situazione e decidere insieme a loro le iniziative da intraprendere per tentare di porre fine allo stillicidio di infortuni sul lavoro. Nello stesso tempo, chiederò loro di riconsiderare la scelta di tirarsi fuori dal tavolo sulla sicurezza che tutti insieme abbiamo promosso e che si è già riunito nella sede della Provincia di Taranto". È questo l'appello che il capo dell'Amministrazione provinciale, Gianni Florido, rivolge a Fim, Fiom e Uilm e alle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil dopo la lunga scia di tragici incidenti verificatisi all'interno dello stabilimento Ilva di Taranto. "Una fabbrica di queste dimensioni– aggiunge Florido – ha il dovere di rapportarsi correttamente con il territorio in cui opera. La storia dell'industria italiana ci insegna che colossi industriali come la Fiat e la Zanussi, solo per citare qualche esempio, hanno sempre dialogato con le parti sociali e con le istituzioni, sapendo così coniugare profitto e rispetto della dignità umana e del lavoro. Il gruppo Riva deve una volta per tutte convincersi che è questo l'approccio da assumere se si vuole davvero voltare pagina ed evitare la pura e semplice contrapposizione. Manca, va rilevato, questa responsabilità sociale dell'azienda nei confronti della comunità ionica. Noi istituzioni cerchiamo di fare in fondo il nostro dovere ma senza questa assunzione di responsabilità da parte del gruppo Riva possiamo fare poco a meno che non si facciano prevalere istinti demagogici e populisti. Certo, possiamo pretendere, come infatti pretendiamo, il rispetto delle leggi, possiamo chiedere, come pure abbiamo fatto, di rafforzare gli organici degli enti preposti ai controlli, possiamo sostenere e fare nostre le battaglie delle organizzazioni sindacali, ma senza un diverso atteggiamento della controparte imprenditoriale è difficile, in uno Stato democratico come il nostro, cambiare registro. Beninteso, la rabbia di questi giorni è anche la mia, è anche quella di tutta l'Amministrazione provinciale. Ma proprio chi ha pubbliche responsabilità non deve farsi prendere dallo scoramento e dal senso di impotenza. Occorre invece proseguire nel lungo, tortuoso ma necessario cammino del confronto tra le parti sociali e l'apparato industriale per tutelare gli interessi della comunità e fare dei concreti passi in avanti per rendere lo stabilimento siderurgico un luogo di lavoro e non di sofferenza e conflitto. Con il tavolo sulla sicurezza proprio questo abbiamo inteso perseguire; d'altra parte, sino a questo momento abbiamo affrontato solo gli aspetti metodologici, già a partire dal prossimo incontro entreremo nella fase operativa. Un percorso, quello avviato, che com'è noto ha trovato anche la piena condivisione della Regione Puglia e che coinvolge, tra l'altro, anche l'Inail regionale e provinciale. Rispetto l'autonomia dei sindacati, come potrei non farlo proprio io, ma mi permetto di rivolgere loro un appello: rivedete la vostra decisione, è il momento di rimanere uniti, di parlare una sola voce, di continuare a garantire rappresentanza sociale e istituzionale ai lavoratori. Le organizzazioni sindacali sanno bene che non c'è nessun politico o politica che possa sostituirsi all'autonomia delle parti sociali ed imprenditoriali. Solo l'avanzare di un modello di relazioni sindacali e industriali maturo e partecipato può dare risposte agli immensi problemi che determina la presenza di una fabbrica di quelle proporzioni con tutte le implicazioni di carattere ambientale e di sicurezza. Non è un caso che, come già richiamato, partecipazione e democrazia industriale sono avanzate in Italia soprattutto nelle grandi aziende come Fiat, Zanussi, Olivetti, Fincantieri e nella stessa siderurgia italiana che per lunghi anni è stata modello di forme di partecipazione e di coinvolgimento delle organizzazioni sindacali".

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