Verso il Museo del Mediterraneo è il significativo titolo che raggruppa un carnet di manifestazioni culturali ed artistiche che l'Amministrazione Provinciale ha avviato, nello specifico campo dell'arte contemporanea, quale veicolo privilegiato di valori culturali e sociali e come piattaforma di partenza per l'istituendo Museo del Mediterraneo, idea e progetto che prenderanno corpo nei prossimi giorni e precisamente il 12, 13 e 14 di questo mese.
Nel salone degli Stemmi, a Palazzo del governo, c'è stata la presentazione ufficiale dell'iniziativa (2 dicembre); all'incontro con gli operatori dell'informazione hanno partecipato Giuseppe Vinci, assessore provinciale alla Pubblica istruzione e ai Beni culturali, Giulio De Mitri direttore scientifico del progetto, Antonio D'Avossa, critico e storico dell'arte nonché titolare della cattedra di Storia dell'arte all'Accademia di Belle Arti di Brera.
Partendo dalla storica idea di istituire a Taranto la Pinacoteca Provinciale, l'ente locale guidato da Gianni Florido avvia così un'idea più ampia e più concreta che è quella del Museo del Mediterraneo nel segno dell'arte contemporanea, volano di cultura per una dimensione internazionale.
Per la realizzazione di questi eventi l'amministrazione provinciale si è avvalsa della consulenza scientifica di Giulio De Mitri, noto artista e operatore culturale pugliese, nonché titolare della cattedra di Tecniche della Pittura all'Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
Primo appuntamento lunedì 12 dicembre 2005 nella Sala Incontri del Museo Nazionale Archeologico di Taranto alle ore 16.30, con la tavola rotonda "Storie di progetti e tentativi: 1937 la Pinacoteca a Taranto; 1950 il premio Taranto; 1974 Purificato e Perocco per una Pinacoteca a Taranto; 1997 piano di fattibilità per la Pinacoteca e il Museo Polifunzionale Provinciale", a cui prenderanno parte Giuseppe Mazzarino scrittore e giornalista, Antonio Noia artista e preside, Aldo Perrone responsabile del Gruppo Taranto, Pio Rasulo studioso di estetica, Silvano Trevisani scrittore e capo redattore cultura del "Corriere del Giorno" , Arturo Tuzzi vicepresidente della Coop. Culturale Punto Zero, coordinerà l'incontro Antonio Basile, critico d'arte e docente all'Accademia di Belle Arti di Lecce.
Saranno affrontati tutti quegli aspetti positivi e negativi che, nell'arco di quarant'anni, hanno visto susseguirsi storie di progetti e infiniti tentativi per dotare Taranto e la nostra Provincia di una Pinacoteca.
Secondo appuntamento, nelle ampie sale del Museo Nazionale Archeologico di Taranto con l'arte contemporanea: inaugurazione della mostra retrospettiva dell'artista tarantino Antonio Michelangelo Faggiano, prematuramente scomparso nel febbraio del 2001. La mostra raccoglie la produzione artistica più significativa che va dagli anni settanta al duemila, sotto il significativo titolo "Azzurra lontananza", che è il titolo di un'opera che l'artista ha dedicato alla sua città.
La mostra evoca l'impegno attento e rigoroso di questo autore nell'ambito della ricerca e della sperimentazione visiva contemporanea. Un linguaggio artistico - il suo - dove i materiali pittorici, extra-pittorici, fotografici e plastici identificano l'attenta ricerca e la colta sperimentazione del suo percorso artistico e culturale. La mostra è curata dal noto critico e storico dell'arte Antonio d'Avossa, titolare della Cattedra di Storia dell'arte all'Accademia di Belle Arti di Brera. Nella presentazione in catalogo, il critico afferma che l'opera di Faggiano "è più di una raccolta di immagini, trovate e cercate, perché configura un vero e proprio atlante su cui il nostro sguardo può svolgere l'inedito esercizio dell'immaginazione. È in questo luogo che Antonio Faggiano dichiara di non creare l'immagine, consapevole della sua storica ed epocale riproducibilità adotta la fotografia o la fotocopia oppure ancora, negli ultimi anni, il plotter digitale, ma di prelevarla in relazione infinita ad altre immagini e di restituire carne alle ossa, o una nuova vita, dopo la consunzione subita dallo sguardo della storia. Da questo punto di vista - continua il critico - il suo lavoro supera quella condizione postmoderna esercitata dalla citazione, perchè a mio avviso, Faggiano non mostra la facciata dell'immagine ma la parola della sua visibilità , il corpo stesso di un atlante dove la geografia è spostamento continuo dei confini e dove i generi si frammentano per riunificarsi nel territorio dell'immaginario".
"Con la produzione di questa importante mostra, che si produce a Taranto, rivendichiamo il ruolo di protagonisti - ha affermato l'assessore Giuseppe Vinci - concretizzando così l'idea di un ulteriore ciclo di mostre temporanee che saranno progettate e prodotte dall'istituendo Museo di arte contemporanea e che ci vedrà non più contenitore di eventi altrui ma progettisti e produttori di mostre, rassegne etc., che potremo noi, a nostra volta, esportare evitando così l'infinita catena dei "discounts-culturali" che ci pervengono quotidianamente a sud della nostra Italia. La mostra di Faggiano diventa il primo passo per l'istituendo Museo di arte contemporanea, la prima pietra di fondazione. Abbiamo già individuato la sede: l'ex biblioteca Acclavio, ora sede dell'ufficio stranieri della Questura di Taranto".
La mostra sarà inaugurata martedì 13 dicembre 2005 alle ore19.30 nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto (Corso Umberto, 41). Per l'occasione è stato edito un catalogo per le edizioni "Silvana Editoriale" che conterrà testo critico, testimonianze, scritti di Faggiano, e un apparato bio-bibliografico e iconografico.
Terzo appuntamento il 14 dicembre dalle ore 9 alle ore 17, full immersion nella sala incontri del Museo Nazionale Archeologico di Taranto, sul tema "L'esperienza museale in Europa e l'istituzione a Taranto del "Museo del Mediterraneo": costruzione delle linee di fondazione", una giornata di studio di notevole spessore nazionale che vedrà la partecipazione di noti personaggi del mondo culturale visivo, studiosi, critici, storici dell'arte, direttori di musei, curatori, etc. che contribuiranno con una serrata e attenta riflessione sul significato e sul ruolo culturale e mediatico che il museo ha nella società contemporanea.
Il museo come luogo non solo della conservazione e della memoria ma soprattutto luogo di studio, di ricerca e di coinvolgimento interattivo e laboratoriale, volano principe per lo sviluppo culturale e turistico del territorio. Un esempio per tutti, di notevole importanza, il "Mart" di Rovereto che nel giro di qualche anno è diventato un museo di rilevanza europea.
Parteciperanno alla giornata di studio i professori Paolo Balmas, docente all'università degli studi La Sapienza di Roma, Riccardo Carazzetti, direttore dei Musei di Locarno (Svizzera), Bruno Corà, direttore del Museo di arte contemporanea di La Spezia, Antonio d'Avossa, critico e curatore indipendente, Valerio Dehò, direttore artistico del KUNST Merano Arte, Luigi Paolo Finizio, critico e storico dell'arte, consigliere d'amministrazione della Quadriennale di Roma, Pietro Marino, critico e storico dell'arte, già titolare della Cattedra di Storia dell'arte all'Accademia di Belle Arti di Bari, Tonino Sicoli, direttore del Museo d'arte dell'Otto e Novecento di Rende. Il contributo di idee che i noti relatori apporteranno nella giornata di studio, sosterranno e metteranno a fuoco le linee di progettazione e di fondazione dell'istituendo Museo del Mediterraneo.
Verso il Museo del Mediterraneo non si esaurirà con i tre appuntamenti ma avvierà per tutto il 2006 e 2007 una attenta ricognizione della storia creativa degli ultimi anni sia all'interno che all'esterno dei confini regionali, facendo il punto sulla realtà artistica del sud d'Italia, dove silenziosi protagonisti attendono la storicizzazione del loro lavoro, il riconoscimento del genius loci, come valore aggiunto per la crescita culturale del territorio. Un museo come soggetto istituzionale dedito alla promozione e alla valorizzazione della ricerca visiva contemporanea più autentica e come volano di creatività sconfinante in una dimensione mediterranea ed internazionale.
La nostra storia ha profonde radici nell'area della Magna Grecia e del Mediterraneo e questo status ci permetterà di candidarci concretamente a crocevia di scambi internazionali con tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo. "L'arte contemporanea – ha concluso l'assessore provinciale ai Beni Culturali, Giuseppe Vinci - ci aiuterà a costruire una nuova e più ricca identità, fondata sullo scambio pacifico ed operoso, sul rispetto e la valorizzazione delle differenze".