Parte dalla città di Taranto un interessante tour di 8 monaci tibetani, provenienti dal Sud dell'India, per mostrare parte della loro cultura che rischia l'estinzione.
Sarà possibile guardare i monaci, mentre realizzano un mandala di sabbia, poter ammirare i loro gesti, la loro compattezza, i loro sguardi sereni, un lento e calmo lavoro creativo che è una sorta di meditazione che, trasmette a chi assiste un senso di sospensione delle ostilità, dalle quali spesso siamo preda.
"Una settimana per la pace" da domenica 15 aprile a domenica 22 aprile, tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 13:00, il martedì e il giovedì dalle ore 18:00 alle ore 19.00, i monaci realizzeranno un mandala con sabbie coloratissime per poi disperderlo, i presenti potranno prelevarne una piccola quantità di sabbia, da conservare, se muniti di piccoli contenitori, in segno di buon auspicio.
Domenica mattina dalle ore 9:00 alle ore 13:00, si potrà assistere a uno spettacolo di danze e canti rituali, permeati di profonda spiritualità, i monaci indosseranno abiti e maschere tradizionali, suoneranno strumenti musicali antichi e molto particolari.
Mandala, spettacolo, mostra fotografica sul Tibet e un mercatino di ornamenti in argento, avverrà presso "La casa delle associazioni" (CPT ), in Viale Magna Grecia ang.Via Lago di Bolsena. L'evento è stato organizzato dall'Istituto Jangtse Thoesam di Taranto, unico Centro buddista nel meridione ad avere un Lama residente, il Ven. Ghesce Namgyal che proviene dal monastero di Gaden-Tehor Khangtsen.
L'avvenimento. si è potuto concretizzare a Taranto grazie all'assessorato alle Politiche Sociali, nella persona di Stefano Fabbiano.
Altre tappe previste in Puglia sono: Leporano, San Giorgio Jonico, Grottaglie, Cisternino, Locorotondo, Lecce e Corigliano d'Otranto, Molfetta, in Basilicata: Bernalda e Matera, i monaci andranno inoltre a Roma, Pescara, Perugia, Reggio Emilia, Torino, Milano e Bergamo, non sono esclusi altri luoghi.
Quando si viene a contatto con la cultura tibetana, fatta di storia millenaria di pace, si ha la sensazione che l'armonia può esistere nella quotidianità.
Moltissimi tibetani sono costretti a vivere fuori della loro amata terra, in India, in Nepal, in Usa, in Europa, alcuni di loro si adoperano perché il loro Paese delle nevi ritorni libero, la maggior parte prega per questo, ma nessuno è mai diventato un terrorista, il tibetano ha nel cuore e nel sangue la ricerca della pace.
Abbiamo a Taranto, la fortunata occasione di accogliere alcuni depositari di questa antichissima conoscenza, siamo impotenti di fronte al genocidio fisico dei tibetani, per quanto riguarda invece il genocidio culturale, possiamo fare qualcosa, perlomeno incontrare questa erudizione, confrontarci e apprendere con umiltà, verità semplici e grandiose, atte a coltivare una mente gentile con tutti gli esseri.
Autore dell'articolo Lia D'ARCANGELO