Un evento storico, anche per la nostra comunità: le elezioni primarie per il partito democratico hanno dimostrato che la politica, quella vera, appassiona ancora. È stata una grande giornata di democrazia, una prova di maturità dei cittadini che con la loro massiccia partecipazione hanno voluto lanciare alcuni precisi messaggi che vanno al di là, evidentemente, delle pur importantissime elezioni del leader nazionale e dei segretari regionali.
La gente chiede innanzitutto unità, coesione. Basta con le beghe di piccolo cabotaggio e i litigi, il Paese ha bisogno di una politica riformista capace di assumersi la responsabilità di scelte decisive. Provo ad indicarne alcune: sconfiggere il precariato e ridare speranza ai giovani, aiutare le fasce sociali più deboli, sostenere con più vigore la ripresa economica, modernizzare la pubblica amministrazione eliminando gli sprechi ed elevando lo standard dei servizi pubblici, ridurre considerevolmente i costi della politica, favorire il rinnovamento della classe dirigente.
Per centrare questi ambiziosi obiettivi abbiamo bisogno, a tutti i livelli, di governabilità. Il partito democratico, da questo punto di vista, costituirà una garanzia tanto per l'Esecutivo di Romano Prodi quanto per le amministrazioni locali a guida centrosinistra. Semplificando il quadro politico il Pd, seppure indirettamente, costringe le altre forze politiche a fare altrettanto o ad accelerare i processi aggregativi già in atto. A guadagnarne sarà la credibilità stessa delle istituzioni.
La gente chiede inoltre chiarezza e coerenza sia nei comportamenti ma anche nella elaborazione dei programmi con i quali le coalizioni si presentano all'appuntamento elettorale chiedendo il necessario consenso per governare. Ai cittadini interessano i risultati prodotti dall'azione amministrativa messa in campo e non le polemiche strumentali alimentate ad arte per curare gli interessi di parte. Dal Paese reale si leva insomma una richiesta di buona politica per dare risposte concrete ai bisogni delle persone.
Osservando poi il dato relativo all'affluenza alle urne a Taranto e nel resto della nostra provincia, possiamo tranquillamente affermare che si è trattato di un successo. È un'apertura di credito che non dobbiamo tradire. Abbiamo il dovere di dimostrarci all'altezza di questa nuova sfida, rispettando il ruolo di ognuno ma collaborando, tutti insieme, per fare il bene della nostra comunità. Commetteremmo un grave errore se non facessimo uno sforzo comune per superare divisioni e risentimenti personali, se non prendessimo sul serio l'invito del segretario nazionale del partito democratico, Walter Veltroni, quando ci dice che è "nato un nuovo partito e che nessuno potrà parlare a nome di questa o quella corrente perché siamo tutti democratici, siamo tutti rappresentanti della stessa forza politica". Il suo è un monito appassionato e severo allo stesso tempo per eliminare antichi steccati e per realizzare finalmente un grande progetto politico: il partito dei riformisti dove trovano spazio e rappresentanza le grandi culture che hanno fatto dell'Italia una delle nazioni più importanti del mondo.
Anche in terra ionica non possiamo permetterci di svilire la portata storica di questo evento. Solo così potremo dire che all'ottimismo della volontà corrisponde, questa volta, anche quello della ragione.
Voglio infine rivolgere un fraterno saluto all'amico Michele Emiliano, neoeletto segretario regionale del Partito democratico. Insieme abbiamo condiviso l'esaltante esperienza della Primavera Pugliese, ora al nostro comune impegno nelle istituzioni, si aggiunge anche quello per rendere sempre più forte ed autorevole il Pd in Puglia.