Codice etico anti-parentopoli; Rettori a tempo; funzioni distinte tra Senato e CDA; valutazione dei professori da parte degli studenti e certificazione presenza; fusioni e riduzione dei settori disciplinari; abilitazione nazionale per l'accesso di associati e ordinari; contratti a tempo determinato di 6 anni per i giovani ricercatori con l'eventualità, una volta al termine, di essere confermati a tempo indeterminato come associati; bilanci trasparenti e commissariamento per conti in rosso; aiuti a studenti meritevoli con l'istituzione di un fondo nazionale finalizzato all'erogazione di borse di studio e alla concessione, a tassi bassissimi, dei prestiti d'onore. Sono queste le principali novità stabilite dalla riforma che inizia il suo iter in Senato. Molte le discussioni sollevate dal decreto. Il Rettore dell'Università di Bari Corrado Petrocelli ha commentato sostenendo che la stagione delle riforme a costo 0 é finta. Il cambiamento va infatti sostenuto con risorse adeguate e investimenti mirati. Intanto l'Ateneo di Bari é stato il primo in Italia ad adottare, due anni fa, un codice di comportamento il cui modello é stato richiesto dallo stesso Ministero e dalla Conferenza Dei Rettori delle Università Italiane. Gli studenti, nel frattempo, hanno organizzato presidi davanti alle Prefetture. L'Unione degli Universitari rivendica la questione della mancanza di un tavolo di discussione con gli studenti sul tema del diritto allo studio e per il 6 novembre p.v. ha in programma una manifestazione a Roma per protestare contro la riforma che si pone, secondo l'organizzazione studentesca, "contro l'Università pubblica, riducendola ai minimi termini, togliendo qualsiasi spazio di democrazia e privatizzando quanto possibile".