L'Istituto Superiore di Studi Musicali "Giovanni Paisiello" ha inaugurato con un grande concerto dei maestri Andrea Agostinelli e Monaldo Braconi, svoltosi preso Palazzo D'Ayala Valva, in Via Anfiteatro 11, a Taranto, la prima stagione tutta sua, intitolata "Il Paisiello incontra la città". Posti in piedi, bella musica, un pubblico attento ai virtuosismi e tecnicismi dei due maestri, docenti dell'Istituto Superiore di Studi Musicali, e contemporaneamente artisti in carriera, hanno caratterizzato la prima serata del Paisiello.
Andrea Agostinelli e Monaldo Braconi, oltre ad essere docenti dell'Istituto, sono concertisti in carriera: Agostinelli collabora con le maggiori orchestre italiane, tra cui i "I Solisti di Pavia", Braconi collabora con l'Accademia Santa Cecilia di Roma come pianista accompagnatore e suona con suo fratello Simonide, prima viola della Scala, in numerosi concerti da camera per viola e Pianoforte.
Il programma della serata ha toccato alcune tra le più importanti pagine musicali del repertorio per violoncello e pianoforte del periodo classico, romantico e moderno, cercando di evidenziare anche una sorta di "evoluzione" nel linguaggio e negli equilibri di tale ensemble cameristico: dalle prime sonate per Pianoforte e Violoncello di Beethoven, in un'epoca nella quale ancora non era stato creato quasi nulla per tale formazione, ai quadri magici e visionari dei "Pezzi Fantastici" di Schumann, per concludere con un capolavoro massimo dell'epoca moderna, quale la sonata di Sostakovich. Ha presentato la serata il M° Giuseppe Grassi, docente del Paisiello e responsabile artistico della stagione. Il bellissimo Palazzo D'Ayala Valva, una delle due sedi istituzionali del Paisiello, ha aperto le porte all'arte, in tutte le sue forme. Riuscitissimo il connubio tra musica e pittura, grazie alle opere Claudia Liuzzi, pittrice che, dopo aver esposto in Italia e all'estero, ha accettato di esporre la sue tele in occasione dei 6 concerti in programma. Il critico Elena gamba così descrive le sue opere: "Raccattare un'emozione altrove, nel buio di una visione, stringersela al cuore, poi prenderla per mano e accarezzare la tela per il piacere degli occhi. Nelle tele di Claudia Liuzzi l'inquietudine e il dolore paiono dissolversi, fondersi con una vivacità di sottofondo, diventando così irrimediabilmente leggeri, come se fosse impossibile anche per la nota più cupa dell'anima non intersecare a un certo punto la gioia, la speranza e il piacere. Una radiazione cosmica continua, che viene intercettata e portata alla vita. Ecco. Forse è questo che Claudia avvera nei suoi quadri, mettendoci levità e passione, celebrando le forme astratte e infinite del colore".