La Terra Ionica prova a scrollarsi di dosso l'immagine di una provincia solo fumi e veleni e problemi. Ci sono anche questi, purtroppo, ma per fortuna c'è molto altro. Ci sono per esempio tanti giovani talentuosi che scommettono sulla creatività. Tanti giovani che decidono di non iscriversi al partito di quelli che aspettano il posto fisso ma, al contrario, scelgono l'autoimprenditorialità. Insomma, donne e uomini che si mettono in gioco puntando su se stessi. Una rivoluzione culturale dovremmo dire, se per una volta provassimo a liberarci dell'abituale "sguardo corto" con cui osserviamo le cose.
Il progetto Crea, grazie al quale sono state selezionate e premiate 14 idee imprenditoriali (poco importa la classifica, in questo caso), dimostra che il cambio di rotta non è soltanto possibile ma quanto mai urgente perché esso finirebbe per assumere una valenza strategica per il futuro. E così, dopo la due giorni alla caserma Rossarol dove i diretti interessati hanno presentato i loro progetti, questa mattina il presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido ha annunciato che "prima dell'estate si farà la prima FIera della creatività di Terra Ionica per garantire continuità e pieno sostegno istituzionale ai nostri giovani creativi". Entusiasta l'assessore provinciale alle Politiche giovanili Marta Teresita Galeota, assolutamente convinto della bontà dell'iniziativa Antonio Felice Uricchio, direttore del dipartimento di studi giuridici della sede ionica dell'università di Bari.
Con questo progetto, finanziato da Azione Province Giovani 2011, la Provincia di Taranto ha inoltre dimostrato che con forti motivazioni e uno staff preparato (un ringraziamento particolare va a Cosimo Andriulo, Maria Distratis e Francesco Falcone) si possono raggiungere importanti traguardi, tra cui va segnalato un partenariato di tutto rispetto e costituito, tra gli altri, dal Camera di commercio, università, Social Lab e Scuola Edile.
Infine, il progetto CREA conferma, qualora ce ne fosse stato bisogno, quel che già sapevamo: la Terra Ionica ha le carte in regola per fare il fatidico salto di qualità. Occorre puntare soprattutto sull'innovazione e sulla cultura per uscire dalle secche di una crisi economica e sociale sempre più pesante. Basterà? Difficile dirlo, ciò che conta è iniziare.
I protagonisti di questa esaltante esperienza ci hanno infatti insegnato che la parola speranza può trasformarsi in un'occasione concreta, qui ed ora, per creare reddito e lavoro. Una rivoluzione, appunto.