Ambiente, Florido: sì alla condivisione, no al conflitto

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"La strada del conflitto non paga, l’ambiente si migliora con la condivisione e il dialogo tra territorio e grande impresa". Il presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, parla il linguaggio della chiarezza per spiegare i motivi che lo hanno spinto ad interrompere i termini della prescrizione della sentenza emessa nel 2005 dalla Corte di Cassazione in merito all’eventuale richiesta di risarcimento danni all’Ilva. "Abbiamo assunto questa decisione per non far morire un diritto e cioè la possibilità di richiedere i danni all’Ilva. Detto questo, non è certamente questo il percorso che intraprenderemo come Provincia di Taranto; al contrario, continueremo a puntare con coerenza sui tre punti qualificanti della nostra azione politica e amministrativa in tema di ambiente: la condivisione degli Atti di Intesa privilegiando quindi il dialogo, la richiesta di risarcimento per disastro ambientale allo Stato sulla base di quanto prevede il codice dell’ambiente, la politica delle royalties per chiedere alle grandi imprese di assumersi responsabilità sociale nell'azione di risanamento del nostro territorio. Questa è la politica che abbiamo messo in campo contro l’inquinamento. Se falliremo e sono convinto che ciò non avverrà, allora potremo considerare l’ipotesi di attivare, appunto, la richiesta di risarcimento danni all’Ilva. Ma sia chiaro: con il conflitto non vince nessuno, ci sono solo sconfitti. A patron Riva, proprietario dello stabilimento siderurgico di Taranto, Florido "chiederà uno sforzo ulteriore per risolvere la questione benzopirene e riaprire un dialogo con la città di Taranto e tutta la provincia". E per dimostrare che la strada della condivisione e degli Atti di intesa è quella giusta, il capo dell’Amministrazione provinciale non ha esitato a ricordare gli interventi adottati in Ilva per eliminare l’amianto e l’apirolio, per perfezionare la copertura dei nastri trasportatori e attivare il sistema di captazione dei fumi. "D’altro canto - ha aggiunto Florido – in questi anni la Provincia di Taranto non è stata a guardare per difendere l’ambiente: finanziamenti all’Arpa Puglia per l’acquisto di apparecchiature da utilizzare nel sistema di rilevazione delle sostanze inquinanti, redazione del Piano provinciale dei rifiuti solidi urbani, potenziamento del settore Ecologia con nuove assunzioni e nuovi mezzi per la Polizia provinciale, sostegno agli Ato per promuovere la raccolta differenziata, quattro milioni e 300mila euro per le bonifiche dei siti inquinati a beneficio dei comuni ad alto rischio ambientale, interdizione dei rifiuti provenienti dalla Campania per tutelare la salute dei cittadini. Questo è il cambiamento in cui crediamo e che vogliamo costruire giorno dopo giorno con azioni concrete". All’incontro con i giornalisti hanno preso parte, oltre a tutti gli assessori della giunta provinciale, anche gli avvocati Cesare Semeraro, dirigente dell’ufficio legale dell’Amministrazione provinciale, Antonello Leogrande e Angelo Buonfrate che lo scorso anno aiutarono la Provincia a predisporre e presentare una richiesta di risarcimento per danni ambientali ai sensi del cosiddetto codice dell’ambiente entrato in vigore nel 2006. Come infatti hanno spiegato i tre legali, "soltanto lo Stato può agire, in via amministrativa o in via giudiziale nei confronti del responsabile dei danni da inquinamento nella forma del risarcimento in forma specifica. Gli enti locali possono agire solo per danni diversi, come quelli patrimoniali e cioè le spese sostenute per i costi di ripristino, bonifica, rimozione dei rifiuti. Nel caso specifico, il danno patrimoniale provocato alla Provincia sarebbe tutto da dimostrare trattandosi, a differenza per esempio dei comuni, di un ente di sovrambito e cioè di coordinamento. La nostra richiesta – ha puntualizzato Cesare Semeraro – è a buon punto e presto il fascicolo passerà all’esame dell’Avvocatura dello Stato".

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